Anche quest’anno all’Appuntamento RAC, importante fiera campionaria di calzature nella nuova location di Padova, si è tenuto l’intervento formativo Shoes Marketing ”. Un evento per tutti quei commercianti che cercano di migliorarsi, confrontarsi e di aumentare le conoscenze di marketing pratico per il proprio negozio.
Punti vendita che, vuoi per la crisi, vuoi per gli eCommerce, vuoi per le grandi catene, soffrono la mancanza di clienti e visibilità. Ma è davvero così? L’obiettivo è vendere solo scarpe? È solo un oggetto ciò che offrono? Per il relatore Giuliano Pellizzari il commercio al dettaglio ha l’opportunità di offrire molto di più.
Ti sei perso il primo intervento formativo? Leggi qui
Shoes Marketing parte da una domanda: “cosa cerca il cliente in questo periodo?”
In questo periodo cerca offerte speciali, sconti, occasioni. Ma la leva del prezzo non dà vantaggi al piccolo punto vendita. C’è altro.
Il cliente cerca anche:
- novità, innovazione;
- la particolarità, qualcosa che fa la differenza;
- brand e testimonial. Persone in cui riconoscersi;
- comodità, affidabilità, serenità;
- e sì, anche scarpe! Ma oramai la scarpa in sé, a parte in casi limite, non è un bisogno. È più un desiderio.
E cosa muove il cliente all’acquisto?
- desiderio di trasformazione o di evoluzione. Ciascuno di noi vuole vedere se stesso in miglioramento, cercare di evolvere;
- desiderio di dominio della propria vita. Di non dipendere in tutto e per tutto dagli altri, ma di decidere per se stesso;
- desiderio e bisogno di acquisto;
Vediamo insieme i tre step su cui si è concentrato l’intervento Shoes Marketing di quest’anno.
1- Partecipa alla trasformazione del cliente
Cosa ci dicono i dati economici sulla situazione odierna?
Il potere di acquisto a Ottobre era salito del 2,9%, mentre a Febbraio l’inflazione è salita dell’1,5% a fronte di consumi costanti.
Se ci pensiamo, la propensione che hanno le persone ad acquistare è relativa allo stato di fiducia che esse hanno. “Ho fiducia nel mio futuro, quindi sono più propenso all’acquisto.”
Le persone hanno paura in questo momento?
Paura o meno, esse per prima cosa hanno l’obiettivo di migliorarsi. Aspirano al miglioramento. Cercano un punto di riferimento e fanno fatica a trovarlo. Vedono l’investimento su se stessi come un’opportunità, e sta al commerciante creargliela.
In effetti questa è un’epoca dove si lavora molto sulla persona, sulla formazione e la trasmissione di conoscenza.
Le persone cercano di volere più da se stesse.
Noi dunque ci dobbiamo chiedere: io posso partecipare alla trasformazione del mio cliente?
Tutto questo ragionamento deve partire dal presupposto che il commercio non ha solo una funzione economica, ma anche sociale. E l’interazione, l’ascoltare l’altro sono aspetti fondamentali per un dettagliante.
Il grafico ci dimostra come, dando valore al cliente e offrendogli più che il semplice bene, salirà la nostra brand reputation.
Se saliamo nel nostro schema e parliamo di formazione, l’interesse è più alto e il prezzo è difficilmente stabilito dal mercato (è un prezzo stabilito da voi nel vostro punto vendita).
Il massimo interesse del cliente risiede nella trasformazione: quell’elemento che coglie in pieno l’interesse dell’altro di vivere in un modo diverso, migliore.
COMINshop come esempio pratico della trasformazione
Andrea Bravin, ospite di questo evento, è la testimonianza pratica di come l’azienda abbia applicato la logica della trasformazione dimostrando che non bisogna vendere il prodotto in sé come fine, ma come veicolo per un fine più alto.
“Agli inizi la nostra azienda era molto concentrata sul prodotto inteso come oggetto funzionale. Poi ci siamo accorti che le persone non hanno bisogno della cosa materiale in sé ma di uno strumento per fare business e marketing.
Si può dire che l’azienda si sia messa “nella pancia” del nostro cliente per capire ciò di cui ha realmente bisogno. Così abbiamo scoperto molto di lui e che il suo problema era quello di capire come arrivare e comunicare col cliente.
Adesso, dopo la trasformazione, abbiamo agenti commerciali che creano momenti formativi col commerciante. Bisogna chiedersi: l’ambiente si presta ad accogliere i clienti? Promuovi il punto vendita con Facebook? Come posso trasformare il mio negozio perché si faccia notare?”
2 – Fai emergere l’autore
Oggi c’è assenza di identità. Le persone non trovano un modo facile per dimostrare la propria. Quindi cercano l’identità digitale; che è diversa da quella reale, manipolata. Ne consegue la perdita dell’autore che alberga in noi.
Nella maggior parte dei negozi manca un’identità. Dov’è la persona?
Autore è colui che agisce, che genera una risultato. Avere autorità sul prodotto è essere riconosciuti come tra i più competenti sul prodotto e sul suo utilizzo.
Se il cliente legge in te l’autenticità, avrai la sua fiducia. Ma attenzione, che autenticità non significa spontaneità:
- spontaneità: è ricca di carico emotivo, tutte le emozioni emergono
- autenticità: è molto più profonda e potente. Non riversi emozioni sull’altro, ma stai costruendo un rapporto.
Quello che scrivi sui social, dev’essere autentico e positivo. Solo così generi fiducia da parte di chi ti segue e crei un rapporto stabile.
Con autenticità la vostra comunicazione sarà sempre lucida e diretta.
3 – Integra i social e il negozio
Il prodotto di per sé è importante, ma non è sufficiente.
Le vie di comunicazione con l’altro sono molteplici, e il messaggio che tu trasmetti non è quello del prodotto in sé ma è qualcosa di più. Trasmette l’autore, autenticità, valori nei quali l’altro si riconosce.
Un miliardo e mezzo di utenti su Facebook posta circa 45 miliardi di post al giorno. Quello dei social è un mondo che anche piccole realtà come i commercianti al dettaglio non possono ignorare.
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L’integrazione omnichannel si realizza con:
- attività sui clienti reali (mail, sms, social)
- comunicazione della nostra identità attraverso i social
- inviti esclusivi per singoli clienti o gruppi
- eventi riservati
- messaggi collegati: facebook può richiamare i clienti in negozio
E infine…che possa nascere qualcosa di rigoglioso
La seconda edizione di Shoes Marketing si conclude con un piccolo pensiero: un simbolo che se piantato, curato e amato crescerà rigoglioso. Simbolo del lavoro fatto insieme ai commercianti che hanno partecipato con passione all’evento. Un bulbo che significa rinascita, mettersi in gioco, rimboccarsi le maniche e dare valore al punto vendita e ai clienti in quanto persone che cercano di migliorarsi.
Dettaglio Marketing, con la partecipazione di Marketing Technology e Sinesy, ringrazia i partecipanti per la partecipazione e il coinvolgimento e l’Appuntamento RAC per averci ospitati anche quest’anno.
Le mie passioni più grandi? Il pattinaggio artistico, la scrittura e il cinema. Credo nell’importanza della comunicazione: che sia con un paio di pattini ai piedi o con il potere delle parole, il mio desiderio è lasciare un’emozione, e ricevere altrettanto. “So di non sapere” e che non si smette mai di imparare. Per questo sono alla continua ricerca di un di più. Perché non si è mai troppo, non si è mai abbastanza.